Una vendemmia di grande qualità. Il vino italiano ora si faccia conoscere

di Gianluigi Basilietti

 

Non c’è pandemia che tenga, tanto meno le gelate fuori stagione, la grandine o il caldo record. I vitigni italiani sono più forti delle avversità ed hanno regalato una vendemmia splendida, soprattutto per qualità. Con tutte le differenziazioni del caso, ovviamente, in linea generale le uve raccolte da nord a sud del Paese, isole comprese, sono state ottime e in alcune zone eccellenti. Lo dicono i rappresentanti delle Sezioni di Assoenologi, autentiche sentinelle della nostra viticoltura, lo hanno ribadito molti produttori dai loro stand del Vinitaly Special Edition, che è stato un evento di grande successo seppur contenuto negli spazi e nella forma.

Che sia stata una vendemmia importante sotto il profilo qualitativo è di rilevante importanza, in quanto permette di andare ad affrontare la ripresa economica dei mercati internazionali con prodotti di eccellenza, capaci di competere e primeggiare con altri Paesi produttori. Tutto questo, abbinato anche con le vendite del vino, che in questo 2021 sono tornate ai livelli del 2019 e quindi del pre Covid, permette di guardare al futuro con grande ottimismo. E di pensare soprattutto positivo. Nelle cantine italiane nascono dei grandi vini ogni anno, devono essere solo conosciuti per imporsi. Ecco, concludo queste righe auspicando che gli stessi produttori, ma anche i Consorzi e chi di dovere, come Governo o Regioni, possano avviare una campagna di racconto che arrivi a toccare le corde giuste e principalmente i gusti delle persone. È questo il tempo in cui tutto deve essere comunicato, lo faccia anche il mondo del vino.