Paura e incertezza non ci impediranno di pensare positivo

di Riccardo Cotarella

 

All’indomani della fine del Secondo conflitto mondiale, il celebre fisico Albert Einstein diceva: “Io non so con quali armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma so che la quarta sarà combattuta con pietre e bastoni”. Parole che oggi, per quanto sta accadendo in Ucraina, spaventano e lasciano presagire un mondo senza futuro. Quando scrivo queste righe l’esercito russo sta ancora bombardando ininterrottamente Kiev e le altre città ucraine. Migliaia di militari e civili sono morti. In tutti noi c’è paura, sgomento e tanta incertezza. Il nostro pensiero non può che andare a tutte quelle persone che stanno soffrendo. Tra queste ci sono tanti amici del mondo del vino che da almeno venti anni hanno allacciato legami forti con i produttori e gli enologi italiani. Pensarli sotto le bombe e in fuga dal loro Paese ci fa stringere il cuore. E sappiamo anche di tanti amici russi in difficoltà, perché la decisione scellerata di Vladimir Putin sta causando tanti problemi anche al suo popolo e le sanzioni imposte dall’Unione europea stanno già avendo ripercussioni gravi sugli imprenditori, sui buyer, sulla gente e, purtroppo, dovremmo attenderci dei riflessi negativi anche sulla nostra economia e quindi sulle nostre aziende. Anche perché tutto questo arriva dopo due anni terribili, segnati dalla pandemia che ha messo a dura prova l’umanità. E poco conta, a questo punto, se il mondo del vino ha saputo reagire meglio di altri settori sui mercati nazionali e internazionali.

Nonostante lo sforzo di ottimismo che quotidianamente facciamo per immaginare un futuro migliore, non può sfuggire a nessuno che la crisi in Ucraina ci proietta su uno scenario economico-finanziario completamente diverso da quello che ci saremmo attesi per questo 2022, che doveva essere l’anno del rilancio importante. E, come se non bastasse, alla guerra e all’emergenza Covid, che purtroppo è ancora in corso, si è aggiunto un rincaro delle materie prime, oltre che del costo dell’energia e dei carburanti, che non ha precedenti. I costi di produzione sono destinati a salire in maniera vertiginosa, ogni previsione di bilancio delle imprese rischia seriamente di essere non veritiera, riservandoci a fine anno delle amare sorprese. Per tutto questo, e lo ribadirò anche dai padiglioni del Vinitaly che finalmente torna in presenza nella sua formula e location tradizionali, chiedo al governo italiano e all’Unione europea un intervento immediato perché la crescita della nostra economia possa continuare anche in questo anno e soprattutto per salvare migliaia di aziende che, per i motivi sopra elencati, rischiano davvero di chiudere per sempre i battenti. Servono “ristori” e un pacchetto di misure che facciano da argine ai rincari di luce e carburanti. Serve una nuova manovra finanziaria di emergenza, se possibile ancora più robusta di quella messa a disposizione nei primi mesi del Covid. Mai come in questi anni le istituzioni europee sono chiamate a una prova maiuscola, dando dimostrazione di efficienza ed efficacia. Una risposta importante il nostro Paese l’ha avuta con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma adesso è necessario attendersi dall’Europa un impegno ancora più importante, sia sul fronte della diplomazia per mettere fine al conflitto russo-ucraino, sia sul fronte finanziario. Dinanzi a questi scenari veniamo assaliti da un senso di impotenza, anche se sapremo reagire come sempre abbiamo saputo fare. Di questo ne sono certo. Una convinzione che ha trovato conferma e forza anche nell’ultimo Consiglio di amministrazione di Assoenologi e nei lavori del Congresso nazionale. L’atteggiamento propositivo che da oltre 130 anni caratterizza noi enologi è per me motivo di grande orgoglio.