SOSPENSIONE DELLE IMPOSTE E PROMOZIONE DEI TERRITORI LE PROPOSTE DI ASSOENOLOGI AL NUOVO GOVERNO

di Emilio R. Defilippi e Stephan Filippi

La rinascita economica post Covid del Paese Italia passerà dalla capacità massima di saper affiancare alle azioni infrastrutturali di cui il nostro Paese ha bisogno, la valorizzazione di quelle che sono le nostre peculiarità indiscusse: l’arte, i beni culturali, l’ambiente e il patrimonio agroalimentare, di cui il vino è il protagonista e primo ambasciatore. Di questo ne siamo tutti consapevoli ed è per questo che occorre chiedere atti concreti al nuovo esecutivo, così da avviare una nuova fase politica che vada nella direzione auspicata di rilancio e crescita.

Le sfide del governo Draghi

Il nuovo governo Draghi si è appena insediato. Le sfide epocali a cui è chiamato a far fronte sono sostanzialmente tre: sconfiggere la pandemia con un piano di vaccinazione nazionale veloce, tenere in vita il sistema imprenditoriale italiano con misure adeguate alla sopravvivenza e presentare all’Europa un Recovery plan all’altezza dei grandi Paesi del mondo così da immaginare un nuovo Risorgimento italiano nei prossimi trent’anni.
Dal punto di vista sanitario non è da queste pagine che possono arrivare suggerimenti, ma un contributo, gli enologi lo possono senz’altro dare sia sulla tenuta economica, che su come rilanciare il mondo del vino quando l’emergenza Covid sarà soltanto un brutto ricordo.
Già con il governo uscente, Assoenologi aveva avuto modo di illustrare le criticità che attanagliano il settore e contemporaneamente proporre una serie di misure necessarie sia a tamponare la crisi, sia per avviare il rilancio. Misure che Assoenologi intende confermare al neo esecutivo guidato dall’ex numero uno della Banca centrale europea. E lo fa con una premessa.

La crisi del settore vino

Con la pandemia è venuto a mancare il palcoscenico principale dove il vino esprime tutta la sua storia, la sua capacità di comunicare, vale a dire i contesti fieristici, i momenti di convivialità, i ristoranti, le enoteche e tutto ciò dove si discute e si consuma il vino direttamente. Le maggiori difficoltà si riscontrano con i vini più rappresentativi, con le denominazioni di origine più famose, dal Barolo, al Chianti Classico, dal Brunello di Montalcino, all’Amarone, tanto per citarne alcune.
A soffrire maggiormente sono logicamente le piccole e medie aziende e quelle che concentrano la loro produzione sui prodotti del loro territorio, limitate nel mettere sul mercato soltanto pochi vini e quindi destinati esclusivamente al canale Horeca e non alla grande distribuzione. Il perdurare della crisi sta sfiancando queste imprese, tanto da registrare perdite di fatturato che arrivano anche al 70%, come ha ricordato qualche settimana fa il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, davanti alla Commissione industria, commercio e turismo del Senato. Oggi il rischio reale è perdere per sempre queste imprese, per lo più a conduzione familiare. Perderle sarebbe un disastro, con la loro chiusura verrebbe meno un pezzo di storia enologica che ha fatto grande l’Italia del vino. Se la piccola e media impresa è in agonia, anche le grandi iniziano ad avvertire in maniera importante il peso del perdurare della crisi.
Tutto questo – sottolinea Assoenologi – necessita interventi immediati da parte del governo appena insediatosi.

Gli interventi suggeriti da Assoenologi per combattere la crisi

E allora vediamo quali sono quelli proposti dall’Associazione degli enologi ed enotecnici italiani. Intanto la proposta di sospensione del termine delle imposte e degli oneri contributivi almeno per tutto il 2021. E poi, la riduzione della pressione fiscale per il comparto agroalimentare, del turismo e del commercio, ipotizzando anche modelli di rimodulazione delle aliquote contributive e di tassazione, oltre ad un fondo straordinario di finanziamento per una campagna pubblicitaria nazionale sulla valorizzazione delle peculiarità territoriali, culturali ed enogastronomiche, finalizzata a riattivare il flusso turistico fondamentale per la sopravvivenza del settore.
Ma al governo Draghi, come era stato chiesto all’esecutivo Conte, vengono avanzate anche le richieste di un finanziamento a fondo perduto o detraibilità fiscale per l’acquisto di beni e servizi strumentali all’attività di promozione e valorizzazione dei territori e dei prodotti nazionali per le imprese del settore agroalimentare, del turismo e del commercio, e contributi da erogare ad enti e imprese per la valorizzazione delle filiere produttive locali, tramite l’incentivazione dell’enoturismo e alle visite ad aziende agricole e aziende specifiche di ciascun territorio.
Ma ancora una volta Assoenologi chiede al governo di trovare un antidoto al “virus” della burocrazia, che il presidente Cotarella chiama la “grande malattia”. Il tema della sburocratizzazione e quindi della semplificazione degli atti amministrativi è sul tavolo delle discussioni da sempre e riguarda ogni settore della vita produttiva. Trovare una strada meno tortuosa per fare impressa sarebbe già un risultato storico per questo governo.

Le preoccupazioni per il Piano europeo della salute

Ma il tema dei lacci burocratici riguarda anche l’Unione europea. Negli ultimi giorni – poi sono arrivate le rassicurazioni del caso – è emersa una forte preoccupazione per il nuovo Piano europeo della salute in cui sono contenute nuove misure per l’etichettatura dei prodotti alcolici.
“Nel documento della Commissione Ue si parte da un assunto erroneo, ovvero che qualsiasi consumo di alcol sia dannoso, senza tenere conto della quantità consumata o delle condizioni in cui si realizza il consumo. È inconfutabile che un consumo eccessivo di alcol, qualsiasi sia la bevanda in questione, sia nocivo per la salute, ma non è tuttavia corretto considerare che il consumo moderato di vino, durante i pasti, rappresenti un pericolo per la salute”, ha spiegato la filiera vitivinicola italiana in un documento inviato a Bruxelles. Allarme che sembra essere stato recepito, tanto che sono giunte le rassicurazioni del vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, secondo cui “l’Unione europea non ha alcuna intenzione di proibire il vino, né di etichettarlo come una sostanza tossica”. Diversamente sarebbe stato come infliggere il colpo mortale.
In sostanza – come afferma il presidente Cotarella – si vuol continuare a spronare azioni rapide di comunicazione e semplificazione alla luce del cambiamento di sensibilità che si è notato a livello politico. “In questo senso – spiega – possiamo dire che ci sentiamo in prima linea e continueremo a esserlo, continuando a monitorare la situazione, per non farci cogliere di sorpresa e impreparati, ed essere, invece, portatori di richieste concrete. La situazione – conclude il presidente – ci impone di adattare tempestivamente le nostre strategie così da tutelare il nostro prezioso mondo del vino”.

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È Stefano Patuanelli il nuovo ministro alle Politiche agricole del governo Draghi. Subentra a Teresa Bellanova. Laureato in ingegneria, Patuanelli, sposato e padre di tre figli, è nato a Trieste 46 anni fa. Nel governo uscente – il Conte bis – è stato ministro dello Sviluppo economico. Durante la XVIII Legislatura ha anche presieduto il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle. Incarico lasciato alla sua nomina a ministro nel 2019.